La nostra storia parte 1 – il borgo di San Gervasio

Durante i lavori di ristrutturazione del podere dove adesso opera l’Agriturismo Due Comuni, all’interno di una parete è stata trovata una pietra molto particolare (nella foto sotto). Incuriositi dalla scritta e vogliosi di scoprire il passato di questi luoghi abbiamo realizzato una ricerca storica da cui sono nati tre articoli che vogliamo condividere sul nostro blog.

Il primo ripercorre la storia di San Gervasio, il borgo a noi più vicino e di cui anche questo podere faceva parte. Il secondo allarga l’orizzonte e tutta la Valdera con un occhio particolare ai due comuni che danno il nome al nostro agriturismo. Il terzo ritorna invece alla pietra ritrovata e riguarda la Mensa di Lucca (istituto che gestisce i possedimenti della diocesi) e i livelli (il sistema economico esistente in zona fino a pochi secoli fa).

Il nome del borgo di San Gervasio deriva da un’antica pieve che diede il nome anche al castello situato sul poggio sopra di essa. E proprio questa pieve è nominata nei primi documenti storici che riportano il nome di San Gervasio: un contratto di permuta di diverse terre fatto da Pietro vescovo di Lucca a favore della chiesa di San Gervasio nel 899 e un altro contratto del 930 riguardante una proprietà situata tra il castello e la chiesa che il vescovo di Lucca accordò a livello per un tributo annuo di due denari d’argento. Anche i successivi documenti sono tutti relativi alla gestione dei diritti feudali che i vescovi di Lucca vantavano sulla zona e che gestivano tramite la pieve. Gli abitanti delle zone circostanti pagavano infatti alla pieve di San Gervasio tributi annuali in opere, bestiame o prodotti agricoli.

vescovi di Lucca acquisirono con il tempo un dominio sempre più diretto sul castello di San Gervasio e sui suoi dintorni, diventandone spesso i proprietari. Molti sono i documenti che lo attestano come l’atto di acquisto del 1045 da parte della Mensa di Lucca, la cui trascrizione è disponibile presso l’archivio arcivescovile della diocesi di Lucca. Altri documenti che lo testimoniano sono un contratto del 1119 fra l’abate del monastero di Valserena a Guardistallo e Benedetto vescovo di Lucca riguardante lo scambio di varie proprietà tra cui alcuni castelli e ville della pieve di San Gervasio e il trattato di pace del 1175 con il quale Pisa, che dal 1148 aveva invaso la zona, riconsegnò a due canonici delegati dal vescovo di Lucca alcune pievi, castelli e borghi nei dintorni di San Gervasio.

Evidenti appaiono anche i diritti feudali acquistati dai vescovi di Lucca mediante un diploma concesso nel 1209 dall’imperatore Ottone IV e confermato da Carlo IV nel 1355, nel quale si trova nominato anche il castello di San Gervasio con i territori circostanti.

Dal XII al XV secolo la zona fu teatro di continue guerre tra Pisa e Firenze e di conquiste da parte dell’una o dell’altra fino al 1496, anno in cui la zona passò stabilmente sotto il dominio fiorentino. Non mancarono i momenti di conflitto tra le famiglie fiorentine, che miravano a queste terre, e i vescovi di Lucca che volevano mantenere sia la giurisdizione ecclesiale che la proprietà e i diritti feudali.

Particolarmente interessante, per la natura e l’importanza dei beni, la causa civile relativa alla tenuta di San Gervasio (XVII e il XVIII secolo) tra la Mensa arcivescovile di Lucca e i fratelli Alamanni da una parte contro i fratelli Rucellai, per questioni livellari riguardanti la tenuta di San Gervasio. Su questa causa torneremo in un successivo articolo perché riguarda molto da vicino il nostro podere.

Dal 1700 fino alla prima metà del secolo scorso l’antico castello fu trasformato in una villa e in una fattoria che svolse una prospera attività agricola.

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